05/12/2017 Ombretta Pisano 7535
Siamo arrivati alla mèta del pellegrinaggio lungo il deserto, allo scopo per il quale Dio ha chiamato Mosè, e nella Pasqua ha liberato il popolo che ama: l’Alleanza, l’atto con cui questo popolo che Dio ama diventa “suo” popolo, popolo di Dio. I capitoli dedicati all’Alleanza vanno dal 19 al 24, e rappresentano il cuore di tutto il libro dell’Esodo. L’Alleanza, infatti, riunisce tre obiettivi cari a Dio: che il suo popolo “vada a lui”, che “osservi i suoi comandi” e che “abiti una terra” dove possa vivere in pace e tranquillità questo suo rapporto col Signore.
“Alleanza” (in ebraico Berit) è una parola che dice diverse cose dal significato pregnante: “patto”, “legame”, “matrimonio”, “amicizia”. È obbligazione reciproca, spartizione di diritti e doveri ma anche vincolo dolcissimo di amore (ben noto è il libro del profeta Osea che parla dell’Alleanza nei termini del matrimonio). L’idea di alleanza va capita quindi innanzitutto come relazione, non come un semplice contratto, perché è il modo in cui due partners (Dio e il suo popolo) scelgono di vivere insieme nella comunione. Nell’ambito dell’Alleanza divina la legge, la parola di Dio, è la “via” attraverso cui il Popolo risponde in libertà e con amore all’amore liberante di Colui che ora riconosce come “suo”, come Signore della sua vita.
Questo affidamento totale e completo, non è fondato su una favola, su un’idea, ma sulla memoria di quello che Dio ha fatto concretamente per il suo popolo e che rivela chi Lui è. Israele è un testimone oculare di quanto operato da Dio: non solo ha visto come il Signore ha condotto fuori il suo popolo dall’Egitto e dalla schiavitù, ma anche come lo ha accompagnato in tutto il cammino nel deserto per condurlo a sé. La salvezza di Dio è lo “stare insieme” a lui. Un atto di salvezza espresso con l’immagine dell’aquila. Volare sulle ali di un’aquila significa arrivare ad altezze inimmaginabili e in luoghi inaccessibili, che non si possono neanche sognare. Nel nostro immaginario, rappresenta la massima libertà. L’esperienza dell’uscita dall’Egitto e del cammino nel deserto che il popolo affronta continuamente, è questo: il gesto con cui Dio, come un’aquila, porta l’essere umano vicino a sé, alla sua altezza. E l’altezza è rappresentata proprio dal Sinai, dalla legge, dalla sua Parola donata, che sono anche il luogo della libertà suprema.
Solo una volta che ha fatto memoria di come Dio lo ha salvato, il popolo può (e deve) rispondere. Fino adesso è stato Dio il protagonista di tutta la storia. Adesso (“ora”) è il popolo che - libero – diventa protagonista. Nelle sue mani adesso è il destino dell’Alleanza, che potrà progredire, crescere o essere frenata o addirittura rotta. “Ora” è il momento in cui ciascun membro della comunità pasquale, ha in mano la grandissima libertà e responsabilità di ascoltare e osservare.
Il testo si esprime con “se vorrete”. Israele è libero davvero. Dio non costringe. La loro relazione è sotto il segno di una libertà vera, che può significare accogliere e accettare, ma anche rifiutare, o mentire. Dio invita ad ascoltare la sua voce, a farlo bene, con attenzione, perché dice cose importanti per la vita. Invita ad osservare la sua legge, il che non significa semplicemente obbedire. Osservare è lo stesso verbo con cui in ebraico si dice che Adamo coltiva e custodisce il giardino di Eden, cioè se ne prende cura, lo stesso verbo con cui si dice che il Signore protegge la vita del suo fedele da ogni male (Sal 121,7). Quindi, si osserva ascoltando la voce di Dio e vigilando con amore sul legame con lui, sull’Alleanza, proteggendola con cura.
La storia della salvezza ci rimanda a diverse alleanze, oltre a quella celebrata al Sinai: con Noè, con Abramo, col re Davide, doni continui che ci restituiscono l’immagine di un Dio fedele ad oltranza ai suoi progetti di salvezza per il suo popolo e per il mondo. Dio sa com’è fatto l’essere umano, e sa che solo dal cuore può venire la fedeltà vera, l’ascolto che rende possibile il vero dialogo tra la sua creatura e lui. Per questo, mediante i profeti (Geremia 31,31-34, Ezechiele 36-37), annuncia un’Alleanza nuova, un’altra, eterna: quella che agisce direttamente nel e dal cuore, perché scritta dallo “Spirito del Dio vivente, non su tavole di pietra, ma sulle tavole di carne dei cuori" (2 Cor 3,3)trasformandolo e trasformando il mondo. E’ l’Alleanza nel corpo e nel sangue di Gesù.
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Mosè salì verso Dio e il Signore lo chiamò dal monte, dicendo: “Questo dirai alla casa di Giacobbe e annuncerai agli Israeliti: Voi stessi avete visto ciò che io ho fatto all'Egitto e come ho sollevato voi su ali di aquile e vi ho fatti venire fino a me. Ora, se vorrete ascoltare la mia voce e custodirete la mia alleanza, voi sarete per me la proprietà tra tutti i popoli, perché mia è tutta la terra!” (Es 19,3-5)
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