06/02/2020 Maria Brutti 7483
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Bollettino AEC Firenze
“Il convegno è terminato soltanto ieri, ma l’eco che ha suscitato dentro di me mi costringe a scrivere subito alcune provvisorie e rapide impressioni. Innanzi tutto, l’eco provocata dal contesto in cui si è svol- to questo convegno: una moltitudine eterogenea (quasi trecento tra studenti, studiosi, ricercatori, appartenenti e appassionati del mondo ebraico e delle relazioni ebraico-cristiane, curiosi) ma compatta nelle intenzioni e nella volontà di affrontare il tema proposto.
Una moltitudine che ha costretto l’organizzazione a spostare le sedute dal Pontificio Istituto Biblico alla Pontificia Università Grego- riana, date le maggiori dimensioni dell’Aula Magna, quasi sempre oc- cupata per intero. Studiosi ebrei, protestanti, cattolici, credenti e non credenti provenienti dall’Argentina, dall’Austria, dal Canada, dalla Colombia, dalla Germania, dall’India , da Israele , dall’Italia, dall’O- landa e dagli Stati Uniti si sono alternati e confrontati sulle diverse sezioni in cui era articolato il tema. ”.
Con queste parole frettolosamente scritte subito dopo la con- clusione, inizio il resoconto sul convegno “Gesù e i farisei: un riesame interdisciplinare”, organizzato dal Pontificio Istituto Biblico, in con- comitanza con i festeggiamenti per i 110 anni dalla sua fondazione voluta da Papa Pio X e che si è tenuto a Roma nei giorni 7-9 maggio 2019. Un tema appassionatamente e lucidamente ricercato da anni da colui che è stato il promotore, l’organizzatore, l’ architetto di tutto il convegno, il prof. Joseph Sievers che ha trovato il sostegno indi- spensabile ed efficace nel Rettore del Pontificio Istituto Biblico, prof. Michael F. Kolarcik, e, come affermato dallo stesso prof. Sievers nell’ Introduzione al Convegno, un fondamentale aiuto nella sua famiglia, nella sua comunità del Focolare, nei suoi insegnanti di Vienna e altro- ve, in tanti studiosi e amici.
L’impostazione del convegno è stata di carattere scientifico e questo, per un non esperto, poteva rappresentare qualche problema. Tuttavia, si vedrà fin dall’inizio, non è stato soltanto accademia, ma ha toccato profondamente un tema centrale per tutti noi che faccia- mo parte delle Amicizie ebraico-cristiane, quello delle relazioni tra i farisei, Gesù e il giudaismo, quello delle relazioni tra ebrei e cristiani. Nell’intervento di apertura, il prof. Joseph Sievers ha sottolineato che il percorso del convegno non si sarebbe fermato allo studio delle fonti antiche, ma anche alla loro ricezione fino ad oggi. Con la frase di Ago- stino, nemo nisi per amicitiam cognoscitur, richiamava inoltre alla ne- cessità dello spirito d’amicizia nella ricerca e nel dialogo, auspicando che anche i farisei fossero visti e studiati con questo spirito.
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