Articolo: Il profetismo nel Vicino Oriente antico

16/02/2020     Maria Brutti     490

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Quando parliamo o di Vicino Oriente intendiamo un’area geografica piuttosto vasta, occupata dalle nazioni dell'Asia sud-occidentale: la Mesopotamia (moderno Iraq e Siria), le regioni del Fars, dell’Elam e della Media (tutte e tre nell’Iran occidentale), l’Armenia, l’Anatolia (l’odierna Turchia), il Levante (la moderna Siria, il Libano, Israele, la Palestina e la Giordania). Alcuni ritengono facesse parte di questa regione anche l’Antico Egitto.

Il termine “antico” si riferisce ad un periodo storico molto lontano, che in genere si estende dal III millennio a.C. alla conquista di A. Magno nel III secolo a.C:

 

Chi è il profeta?

Nelle culture del Vicino Oriente antico non esiste un unico termine per designare o caratterizzare colui che noi chiamiamo “profeta”. Da qui la difficoltà di determinare esattamente chi era il profeta e quali erano le caratteristiche del profetismo nel Vicino Oriente Antico.

Tra le tante definizioni proposte, a partire dalla lettura dei testi pervenuti fino a noi, quella secondo cui il profeta

“ è una persona che, tramite una esperienza cognitiva (visione, audizione o sogno, riceve la rivelazione di un messaggio divino e lo trasmette coscientemente – in forma verbale o per mezzo di gesti – a un determinato destinatario".

Il profeta è dunque un uomo che funge da intermediario tra Dio e gli uomini trasmettendo loro una conoscenza speciale di ciò che gli uomini devono fare nel presente o le incertezze nel futuro .

Questa conoscenza viene comunicata per mezzo di visioni e messaggi.

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