Articolo: Chi sono i "figli di Dio" e le "figlie degli uomini" di cui si parla in Genesi 6?

14/12/2012     Ombretta Pisano     117

La narrazione di Gen 6 è senza dubbio una delle più oscure e, come spesso succede, di testi così oscuri sorgono le interpretazioni più fantasiose. Sottolineo innanzitutto alcuni argomenti che occorre considerare.

I capitoli 1-11 del libro della Genesi costituiscono una unità ben articolata nella quale vengono presentate l’origine del mondo e dell’umanità e che quindi contengono una “teologia della storia” cioè un tentativo di spiegare il perché dell’esistenza del mondo, dell’uomo e della donna, dell’attrazione dei sessi, del peccato e della morte, con parole e immagini prese dall’esperienza umana e della fede.

Anche il capitolo 6 si inserisce in questo contesto. Come nei restanti capitoli, qui sono evocati antichi miti elaborati nell’antico Vicino Oriente ma rielaborati dagli autori sacri, che li hanno utilizzati perché prestassero loro il linguaggio e le immagini più familiari all’uditorio dell’epoca per esprimere l’esperienza e la fede di chi ha composto la Bibbia: il Dio d’Israele è colui che ha dato vita all’universo e alle creature. Invita all’Alleanza, al dialogo, è l’unico Dio ed è Signore su tutte le cose.

Un altro elemento da considerare è che questo testo costituisce un ponte tra la storia della prima umanità (o, per dirla in altri termini, dell’umanità com’era) e quella attuale. Tra le due vi è la nuova creazione avvenuta dopo il Diluvio. La storia serve, perciò, ad introdurre il Diluvio e con esso l’umanità nuova di Noè, il giusto; narra le cause del Diluvio e le motivazioni dell’Alleanza definitiva stretta, grazie a Noè, con tutta l’umanità.

Anche in altre culture dell’antico Medio Oriente esistevano miti e storie della creazione. Nei miti antichi troviamo spesso riferimenti ad altri dei o semi-dei, eroi, divinità che si trasformano in esseri umani. Così, per esempio, l’usanza delle “nozze sacre” tra re e prostitute sacre in Babilonia era spiegato e motivato dal mito. Nel nostro caso troviamo, forse, l’eco di un mito che racconta la nascita degli eroi semi-divini nati dalle nozze tra dei e donne o dee e uomini. L’obiettivo dell’autore biblico è di criticare l’ideologia soggiacente a tali miti, secondo cui l’unione rituale tra re – considerato “figlio di Dio” – e la prostituta sacra, garantiva la fecondità alla terra e al popolo.

In Gen 6 troviamo una critica a tutto questo: ad es. nel versetto 3 l’autore sottolinea che è Dio che dà la vita e interviene per decretare, amaramente, che l’essere umano “è carne” ed è limitato nei suoi pochi anni di vita.

L’identificazione dei personaggi che appaiono in questa storia – i “figli di Dio”, le “figlie degli uomini”, i “giganti” – non è facile. Nell’ottica dei miti menzionati, i primi potrebbero essere i re che praticavano le nozze sacre, e così il testo ha come intento quello di criticare la visione pagana di una vita condotta nell’illusione di poter essere creatori con le sole proprie forze e solo con sistemi umani, senza Dio. Un’altra ipotesi che è stata fatta riguarda i figli di Set (i cosiddetti “setiti”) che peccano quando si uniscono alle donne pagane. Un’altra ipotesi sostiene che i personaggi siano esseri celesti (come indicato nella traduzione greca dei Settanta, che si appoggia probabilmente ad altri testi biblici come Giobbe 1,6; 2,1; 38,7: Salmo 19,1). In questo caso il peccato consisterebbe nel loro mischiarsi con le donne nella pretesa di cancellare il limite tra il cielo e la terra, stabilito da Dio.

Un’interpretazione recente propone di vedere, nell’espressione “figli di Dio” (o “degli Dei”: la parola ebraica può essere tradotta anche al plurale) un’allusione ai primi figli dei progenitori, che generarono “grandi uomini” (la grandezza è qui in senso morale), cioè i patriarchi che precedettero il Diluvio e dei quali si fa un elenco in seguito, mentre le “figlie degli uomini” sarebbero le prime figlie donne. Se è così, non siamo, però, davanti a un peccato di natura sessuale, essendo l’unione la realizzazione del comando divino di moltiplicarsi.

Al di fuori di questa tesi recente, non molto sostenuta, il nostro testo sembra riferirsi ad “atti non corretti”, probabilmente in linea con una progressiva affermazione della “confusione” dell’ordine creato da Dio, menzionati per spiegare l’aumento progressivo del male nel mondo che portò Dio a sterminare la “prima creazione” con il Diluvio.