30/05/2013 Ombretta Pisano 7484
Lo scorso 28 maggio, l’Università di Bologna ha diffuso un comunicato col quale si annuncia la scoperta, nella locale biblioteca, di un rotolo manoscritto in lingua ebraica contenente il testo completo dei primi cinque libri della Bibbia ebraica. Dall’analisi paleografica il documento, lungo 36 metri, risulterebbe il più antico rotolo della Torah ad oggi ritrovato.
In seguito a confuse dichiarazioni emerse da alcuni quotidiani, va precisata la differenza tra “testo”, considerato come il contenuto significante delle Scritture, giunto a noi attraverso le sue copie nel corso dei secoli, e i supporti che veicolano il testo: il rotolo e il codice. La scoperta riguarda il supporto “rotolo”, il più antico usato per i libri biblici e non. Si tratta di lunghe strisce scritte su un lato, in colonne, e cucite tra loro e in cui le sezioni dei libri biblici sono separate da uno spazio. Il rotolo è il supporto ancora normalmente in uso presso le sinagoghe odierne, il Sefer Torah, appunto.
L’altro tipo di supporto, a forma di quaderno, detto Codice (Mahzor in ebraico), fu preferito in seguito perché presentava il vantaggio di poter essere scritto su due facciate dello stesso foglio, con risparmio di materiale, e di poter essere sfogliato per cercare parti di testo, operazione ben più laboriosa nel caso del rotolo.
Relativamente al testo ebraico (in greco ne abbiamo di più antichi), i codici più antichi sono l’ Or. 4445, del IX sec; il Codice di Aleppo, della prima metà del X sec (ma che contiene una porzione del Pentateuco, sopravvissuta ad un incendio), i manoscritti ritrovati nella Genizah del Cairo , con i suoi circa 200.000 frammenti, ed il Pentateuco di Damasco, del IX – X sec., contenente la maggior parte della Torah. Relativamente all’intero corpus del Pentateuco, il più antico è il Codice di Leningrado, risalente al 1008 d. C. e a tutt’oggi fonte principale delle edizioni critiche recenti.
I più antichi rotoli contenenti porzioni di libri biblici sono quelli ritrovati nel Deserto del Mar Morto nel 1947 e risalenti dal II sec. A. C. al I sec. D. C. , ma da nessuno di essi – per via della frammentazione - è arrivato a noi l’intero Pentateuco.
Il comunicato della Biblioteca di Bologna rivela di aver conservato “da epoca immemorabile, senza saperlo, il rotolo del Pentateuco ebraico più antico del mondo. Il documento reca la segnatura "Rotolo 2", è di morbida pelle ovina (lungo 36 metri e alto 64 centimetri), contiene il testo completo della Torah in ebraico (ovvero Genesi, Esodo, Levitico, Numeri e Deuteronomio) ed era stato precedentemente catalogato da Leonello Modona, nel 1889, come probabilmente risalente al XVII secolo. Il "Rotolo 2", invece, è stato vergato in un periodo compreso tra la fine del XII secolo e l’inizio del XIII (1155-1225) e risulta essere, dunque, il più antico rotolo ebraico completo della Torah oggi conosciuto: un esemplare d’immenso valore, la cui importanza per gli studiosi è evidente anche a un pubblico non specializzato.”
Naturalmente, all’indubbia importanza relativa all’esemplare va aggiunta quella eventuale riguardante la significatività del testo, con le sue eventuali varianti e le sue specificità. Il giudizio su questo aspetto emergerà solo dall’opportuno approfondimento del contenuto che seguirà la scoperta.
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