Discorso di Benedetto XVI ai Rabbini capo d’Israele in visita a Castel Gandolfo il 15 settembre 2005

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Benedetto XVI, Papa (Ratzinger, Joseph) 1927-

Italia       15/09/2005

Egregi Signori,

è con cuore aperto che vi do il mio benvenuto qui oggi ed esprimo il mio apprezzamento per il fatto che la vostra visita sottolinei i risultati positivi scaturiti dalla dichiarazione del Concilio Vaticano II Nostra Aetate, della quale celebriamo quest’anno il quarantesimo anniversario. Vedo la vostra visita come un ulteriore passo nel processo di costruzione di più stretti rapporti religiosi tra cattolici ed ebrei, un tracciato che ha ricevuto nuovo impulso e nuova energia dalla Nostra Aetate e dalle molte forme di contatto, dialogo e cooperazione che trovano la propria origine nei principi e nello spirito di quel documento. La Chiesa continua a compiere ogni sforzo per implementare la visione conciliare di una nuova era di maggiori comprensione, rispetto e solidarietà tra di noi.

La Nostra Aetate ha dato prova di essere una pietra miliare sulla strada che conduce alla riconciliazione dei cristiani con il popolo ebraico. Afferma chiaramente che “gli Ebrei, in grazia dei padri, rimangono ancora carissimi a Dio, i cui doni e la cui vocazione sono senza pentimento” (n. 4).

Oggi dobbiamo continuare a cercare vie che realizzino quella responsabilità di cui ho parlato durante la mia recente visita alla Sinagoga di Colonia: quella “di passare la fiaccola della speranza che Dio ha dato agli ebrei come ai cristiani, perché mai più le forze del male arrivino al dominio e le generazioni future, con l'aiuto di Dio, possano costruire un mondo più giusto e pacifico in cui tutti gli uomini abbiano uguali diritti e cittadinanza”.

Gli occhi del mondo si volgono costantemente verso la Terra Santa, la Terra sacra agli ebrei, ai cristiani e ai musulmani. Sfortunatamente la nostra attenzione è troppo spesso attirata da atti di violenza e terrore, causa di immenso dolore a chiunque viva in quei luoghi. Dobbiamo continuare ad insistere affinché religione e pace procedano insieme.

In questa occasione, i miei pensieri vanno anche alle comunità cristiane della Terra Santa, presenza e testimonianza vivente fin dagli albori del cristianesimo attraverso tutte le vicissitudini della storia. Oggi questi fratelli e sorelle nella fede affrontano sfide nuove e sempre più numerose. Lieti del fatto che le relazioni diplomatiche tra la Santa Sede e lo Stato di Israele abbiano condotto a forme di cooperazione più solide e stabili, attendiamo con impazienza l'adempimento dell’Accordo Fondamentale su questioni ancora in sospeso.

Cari Rabbini Capo, come leader religiosi ci troviamo di fronte a Dio con una seria responsabilità per l'insegnamento che diamo e le decisioni che prendiamo. Possa il Signore sostenere la nobile causa di promuovere la sacralità della vita umana e difendere la dignità umana di ogni persona, affinché la giustizia e la pace possano fiorire nel mondo.


[Traduzione dal testo originale in inglese a cura del SIDIC-Roma]

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Inserito 01/01/1970