La libertà di religione e di coscienza ed i suoi limiti - Dichiarazione congiunta, 2007

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Commissione Pontificia per le Relazioni Religiose con l'Ebraismo e Gran Rabbinato di Israele per le Relazioni Religiose con la Chiesa Cattolica

Israele       13/03/2007

1.
Nel settimo incontro della Commissione, che ha avuto luogo a Gerusalemme, il presidente Cardinal Jorge Mejia, ed il Rabbino Capo Shear Yashuv Cohen hanno sottolineato il significato di pienezza e maturità che il numero 'sette' ha all'interno della tradizione biblica. Hanno espresso la speranza che la pienezza della relazione tra i membri cattolici ed ebrei della Commissione sia una fonte di benedizione per ambedue le comunità di fede e per il mondo.
Il Cardinal Mejia ha anche ricordato la recente morte del Cardinal Johannes Willebrands, già presidente della Commissione Pontificia per le Relazioni Religiose con l'Ebraismo nonché figura centrale della trasformazione storica delle relazioni ebraico-cristiane.

2.
Il tema dell'incontro è stato 'La libertà di Religione e di Coscienza ed i suoi limiti'. La capacità umana di scegliere è una manifestazione dell'immagine divina nella quale tutte le persone sono state create (cf. Gen 1:26-27) e fonda il concetto biblico della responsabilità umana e della giustizia divina (cf. Deut 30:19).

3.
Dio ha creato la persona umana come un essere sociale, che per sua definizione pone limiti alla libertà umana individuale. Oltre a ciò, la libertà di scelta è derivata da Dio e perciò non è assoluta ma deve riflettere la volontà e la legge divine. Di conseguenza, gli esseri umani sono chiamati ad obbedire liberamente alla volontà divina, secondo quanto manifestato nella Creazione e nelle Sua Parola rivelata. La tradizione ebraica enfatizza l'alleanza Noachica (cf. Gen 9:9-12) come contenente il codice morale universale che obbliga tutta l'umanità. Una tale idea si ritrova anche nelle Scritture cristiane, in Atti 15:28-29.

4.
Di conseguenza l'idea del relativismo morale è antitetica a questa visione religiosa del mondo e costituisce una seria minaccia per l'umanità. Anche se l'Illuminismo ha contribuito ad una purificazione dall'abuso della religione, la società secolare richiede ancora dei fondamenti religiosi che sostengano valori morali durevoli. Tra questi risulta fondamentale quello della santità della vita e della dignità umane. Il monoteismo etico afferma questi come diritti umani inviolabili e perciò può offrire ispirazione a tutta la società a questo riguardo.

5.
Mentre in principio lo stato non dovrebbe in nessun modo limitare né la libertà religiosa di individui e comunità, né la coscienza morale, esso ha la responsabilità di garantire il benessere e la sicurezza della società. Di conseguenza, è obbligato ad intervenire dovunque e in qualunque momento sorga una minaccia dalla promozione, dall'insegnamento o dall'esercizio della violenza e specificamente del terrorismo e della manipolazione psicologica fatti nel nome della religione.

6.
Oltre al rispetto della libertà delle scelte religiose, anche l'integrità delle comunità di fede dovrebbe essere garantita. Di conseguenza è legittimo in una società con una identità religiosa predominante preservarne il carattere, nella misura in cui ciò non limiti la libertà delle comunità di minoranza e né gli individui di professare le loro religioni alternative, né limiti i loro diritti civili e il loro status di cittadini, individui e comunità. Ciò ci obbliga a salvaguardare l'integrità e la dignità dei luoghi santi, dei luoghi di culto e dei cimiteri di tutte le comunità religiose.

7.
Nel corso della storia, le comunità religiose non sono sempre state fedeli a questi valori. Per questo vi è l'obbligo speciale per i capi religiosi e le comunità di prevenire l'uso improprio della religione e di educare al rispetto della diversità, che è essenziale ad una società sana, stabile e pacifica.
A tale riguardo un ruolo speciale tocca alle famiglie, alle scuole, alle autorità statali e alla società, così come anche ai media, di insegnare questi valori alle generazioni future.

A conclusione, essendosi l'incontro svolto nella città santa di Gerusalemme, la commissione bilaterale ha espresso la preghiera che l'Onnipotente benedica ed ispiri ambedue le religioni e i responsabili politici nella regione e oltre, a lavorare con determinazione per promuovere la pace, la dignità, la sicurezza e la tranquillità nella Terra Santa per tutti i suoi popoli e per il mondo intero.

Gerusalemme, 13 marzo 2007 - 23rd Adar, 5767

Rabbino Capo Shear Yashuv Cohen (Presidente della delegazione ebraica)
Rabbino Capo Ratson Arussi
Rabbino Capo Yossef Azran
Rabbino Capo David Brodman
Rabbino Capo David Rosen
Sig. Oded Wiener

Jorge Cardinal Mejia (Presidente della delegazione cattolica)
Georges Cardinal Cottier O.P.
Arcivescovo Antonio Franco
Arcivescovo Elias Chacour
Vescovo Giacinto-Boulos Marcuzzo
Mons. Pier Francesco Fumagalli
P. Norbert J. Hofmann S.D.B.

[Traduzione dall'Inglese a cura del SIDIC]

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Inserito 01/01/1970