Da Bersabea a Dan (ultimo giorno)

Piccola cronaca di un cammino - Viaggio in Terra Santa

10/10/2019     Ombretta Pisano     260


L’ultimo giorno del nostro viaggio arriviamo a Dan, uno dei due limiti opposti che segna, secondo l'espressione biblica, l’interezza della Terra Promessa. (“da Dan a Bersabea”, cf. 1Re 5,5; 2Sam 24,20). Abbiamo raggiunto l’estremo Nord, il confine con il Libano e la Siria: il Golan con le sue alture e le sorgenti del Giordano a il Parco archeologico e naturale di Dan, le mura ciclopiche dell’epoca dei Giudici e del Regno del Nord, la sua natura rigogliosa, il fragoroso scorrere delle sue acque abbondanti e le polle tranquille che formano laghetti in scenari incantati.

Due volte, in questo viaggio, abbiamo trovato dei luoghi riferiti direttamente al Paradiso: la “Porta del Paradiso”  costituita dal ninfeo della splendida città di Bet Shean, con la sua cascata artificiale che si riversava in una grande vasca, e il “Giardino di Eden” con cui viene chiamata un’area idilliaca e ombreggiata del Parco Nazionale di Dan, in cui si succedono specchi d’acqua generati da sorgenti che sgorgano in superficie come se il terreno li sudasse. Ambedue le immagini del Paradiso hanno a che fare con l’acqua, sollievo supremo in queste latitudini in cui la pioggia scompare per almeno sei mesi e il caldo torrido si fa sentire da giugno a tutto ottobre. Ovunque si trovi e in qualunque epoca, l'idea del Paradiso è associata all' “acqua”, l’acqua che salva, che dà sollievo; e anche all' “ombra”, riparo da un sole che ti aggredisce prendendoti letteralmente a colpi, rendendo reale l’immagine del versetto del Salmo 120 che evoca il riparo che offre “il Custode di Israele”: “Di giorno, non ti colpirà il sole”.

Dopo Dan, eccoci a Nimrod, una possente e straordinariamente ben conservata fortezza musulmana medievale, costruita dal Sultano Baibars nel XIII secolo che domina da uno sperone di roccia che che si innalza per 800 mt su tutta la valle da ogni lato, edificata per bloccare gli eserciti crociati che miravano alla vicinissima Damasco (che dista solo una settantina di km). E ancora, fino a Quneitra, la fascia di sicurezza dell’ONU che fa da cuscinetto tra Israele e la Siria, passata ad Israele con la guerra “dei sei giorni” nel 1967, e sulla vetta del  monte Bentel, dove si vedono ancora le trincee israeliane dell’epoca, per godere un panorama che va dalla Siria, alla vetta del monte Hermon, dalle sorgenti del Giordano al suo tuffo nella depressione del lago di Tiberiade, in un ultimo abbraccio.


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